COMUNICATO STAMPA
LA POSIZIONE DEI TUTORI VOLONTARI SULLE POLITICHE DI ACCOGLIENZA IN TOSCANA
L’Associazione Tutori Volontari di Minori Stranieri Non Accompagnati Regione Toscana coglie l’occasione di rispondere all’articolo uscito su Repubblica il 13 gennaio 2023 “Minori non accompagnati, Sos per il numero di arrivi. L’accoglienza non regge” per proporre una riflessione più approfondita rispetto ad alcuni aspetti del sistema di accoglienza dei minori in Toscana.
La nostra associazione, composta da tutori volontari istituiti dalla Legge Zampa N. 47/2017, promuove azioni di tutela, integrazione e sostegno dei minori stranieri non accompagnati e vuole anche sensibilizzare sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei minori che arrivano in Italia senza figure familiari di riferimento.
Non possiamo non notare come l’articolo in questione, annunciando le imminenti istanze del Comune in materia di immigrazione e sicurezza, promuova una lettura unilaterale del fenomeno migratorio dei bambini e dei ragazzi, definita come una “antica grana per i Comuni” e al tempo stesso un “problema esplosivo per tutte le città del centro nord”: una contraddizione che dice bene come l’immigrazione nel nostro Paese continui a essere rappresentata come emergenza, quando in realtà è un fenomeno strutturale da almeno trent’anni.
I dati e i numeri riportati nell’articolo sono indispensabili per capire l’andamento del fenomeno migratorio dei minori, certo, ma non sono esaustivi e non esprimono la complessità del fenomeno, aggravato dalla crisi ucraina. Raramente si parla di come viene realizzata l’accoglienza in Italia e di quali problematiche bambini e ragazzi che arrivano qui si trovano ad affrontare; e con loro i tutori volontari, che operano attivamente sul campo.
Ritardi e lungaggini burocratiche per documenti e permessi di soggiorno, carenza nella disponibilità di strutture, scarsità di un’offerta formativa che tenga conto dei diversi percorsi scolastici di provenienza sono solo alcune di queste problematiche.
Aprire un conto corrente per un minorenne che trova un lavoro è un percorso a ostacoli. Eppure sono diversi i minorenni ad oggi impiegati nelle imprese locali – dalla ristorazione all’edilizia per citarne solo alcune. Questi ragazzi costituiscono una forza lavoro indispensabile per molte attività produttive che non troverebbero altrove tanta flessibilità, oraria e di remunerazione.
Certamente le istanze poste da parte del Comune di Firenze alla Regione e alle istituzioni centrali sono più che comprensibili: noi tutori auspichiamo, tuttavia, che le suddette istanze possano riguardare non solo lo “smistamento” dei ragazzi, ma anche un miglioramento della qualità dell’accoglienza. In altre parole: una buona accoglienza non è solo questione di allocare i minorenni nelle strutture, in attesa che raggiungano la maggiore età. Una buona accoglienza, oltre che essere realizzata nel rispetto del diritto, deve portare i ragazzi a potersi inserire concretamente nel contesto economico e sociale locale.
Per fare questo è indispensabile potenziare l’apprendimento della lingua italiana, ampliare l’offerta e le possibilità di accesso alla formazione professionale, fornire competenze digitali.
Serve anche una politica abitativa che aiuti i giovani a trovare una sistemazione stabile. In Italia arrivano moltissimi giovani che hanno la primaria esigenza di lavorare, e sono la maggioranza rispetto ai “ragazzini con problemi caratteriali e sociali” per citare ancora l’articolo.
In un Paese che patisce un vistoso calo demografico, realizzare una buona accoglienza vuol dire avere nuovi cittadini in grado di contribuire alla vita pubblica.
Concludiamo esprimendo il nostro sostegno alla dichiarazione dell’assessora Serena Spinelli contraria all’apertura di un hub per l’accoglienza dei minori nella nostra Regione.