Siamo in tanti alla SMS Rifredi per partecipare a La città che accoglie.
Dopo le Istituzioni, la parola passa alle associazioni.
Vania Bagni (ANPI Firenze) racconta come è nato il tavolo dei diritti, sulla spinta spontanea di alcune associazioni.
L’obiettivo è stato quello di dare testimonianza “politica” intorno a un tema che ci chiama tutti in causa. Istituzioni e cittadini.
Questo progetto raccoglie tante realtà che condividono valori e la stessa pratica politica.
Lorenzo Ballini (Arci Firenze) racconta l’esperienza concreta di accoglienza di persone buttate fuori dai Cas (progetto Buoni notte). Uno degli aspetti positivi è stato quello di mettere insieme tante realtà e associazioni. Di fronte al comune obiettivo sono scattate tante collaborazioni.
Salvina Di Gangi (Anelli Mancanti) ricorda che la questione migrazione interessa a poche persone. Quindi l’impegno nostro deve essere rivolto ai nostri connazionali.
Trovare il modo di parlare con chi non ci appoggia.
Il nostro Marco Failoni sottolinea che il lavoro che si sta facendo insieme con il Tavolo dei diritti va al di là del tema della migrazione. Solo con la socialità un Paese va avanti. Il fare rete è davvero un’ancora di salvataggio. Marco presenta la figura del tutore volontario del MSNA e le attività dell’associazione.
Caterina Cirri (Comunità Le Piagge) parla dell’iniziativa Digiuno di giustizia, nata un anno fa (su impulso di Alessandro Santoro e aderendo a un’iniziativa di Alex Zanotelli) e che porta ogni giovedì a manifestare davanti alla Prefettura. Sottolinea come il ruolo degli immigrati è fondamentale al tessuto lavorativo italiano. C’è quindi un’esigenza fortissima di fare formazione, soprattutto nelle scuole. Parla poi del valore della “disobbedienza civile”. Infine presenta il progetto della rete di solidarietà.
Sabina Pampaloni (Diaconia Valdese) parla del progetto Corridoi umanitari e di quello di accoglienza diffusa (progetto Ubuntu).
Enrico Palmerini (Coordinamento Toscano Marginalità) parla della riflessione sulla “Profezia dello sconfinamento”. Lo slogan “prima gli italiani” non ha assolutamente senso perché il concetto di sconfinamento ci appartiene nel profondo.
L’ultimo intervento è di Jacopo Landi (delegato sindacale) che affronta la questione accoglienza anche da un punto di vista delle ripercussioni che i decreti sicurezza hanno e avranno su chi lavora nel settore.
Per concludere, due le questioni aperte.
La prima: l’accoglienza andrebbe affrontata con politiche sociali e non di sicurezza.
La seconda: a breve 1200 persone richiedenti asilo si troveranno nel rischio di essere portati via da questi territori.
E questo ci domanda di essere presenti.